Da rifiuto ingombrante a nuova risorsa che torna in commercio. Il poliuretano di materassi, divani, scarti industriali e sedili di auto rottamate diventa nuova materia prima con ReMat, startup innovativa che sposa pienamente le teorie dell'economia circolare. «L'idea nasce da un'esperienza lavorativa precedente in cui ci occupavamo di imbottiture di arredi spiega Francesco Perazzini co-fondatore insieme ad Alessandro Lodo ci chiedevamo che fine facesse il prodotto vecchio reso dal cliente. E ci siamo accorti che non esisteva una filiera di recupero». Infatti per il poliuretano, prima di ReMat non esisteva una seconda vita, perché smaltito in discarica, conferito nei termovalorizzatori, se non abbandonato. MATERIA PRIMA Così dal 2017, quando i due soci intuiscono le potenzialità e iniziano a fare dei test manuali sul materiale, si arriva al 2018 quando ReMat sigla un contratto di Francesco Perazzini e Alessandro Lodo, creatori di ReMat A destra, la macchina che "smonta" i materassi con il Gruppo Iren, tramite la controllata Iren Ambiente e diventa operativa. «Riceviamo il poliuretano di scarto che viene sanificato, disfatto, agglomerato, fino alla creazione di nuovi blocchi. Il materiale recuperato e trasformato da rifiuto in risorsa che torna in commercio, si chiama materia prima seconda». LE ORIGINI E sono molteplici gli utilizzi a cui è destinato. «Può tornare alle origini, cioè all'imbottitura nell'arredamento, si può usare per il packaging, nell'edilizia come termoisolante e stiamo sondando il mercato dell'automotive». Un'operazione industriale che permette di risparmiare importanti quantità di materie prime, considerando che ogni anno in Italia sono dismessi circa 5 milioni di materassi. Per ReMal, presente a Nichelino, nel torinese, l'obiettivo è portare la produzione anche in altre aree del Paese.