Potrebbe avere sviluppi la vicenda dei cassonetti abusivi rimossi dal Comune di Siena, tramite i quali una ditta della provincia di Perugia raccoglieva vestiario nel territorio comunale. Undici cassonetti in totale in otto postazioni, che, da quanto risulta dopo l'indagine effettuata dall'ufficio edilizia della Polizia Municipale, occupavano abusivamente lo spazio pubblico. La ditta è stata sanzionata (160 euro di multa a cassonetto, più le spese per la rimozione) per l'occupazione del suolo pubblico. Inoltre per effettuare questo tipo di raccolta ci vuole una specifica autorizzazione da parte di Sei Toscana, che infatti "certifica" i cassonetti autorizzati con un adesivo e i numeri da contattare, apposti sulle strutture. Sono questi cassonetti da utilizzare per un corretto conferimento dei vestiari. A svolgere il servizio di svuotamento in provincia di Siena è la cooperativa Servizio e territorio, che, come sottolinea il responsabile tecnico Paolo Stefani, effettua lo svuotamento dei cassonetti, lo stoccaggio del materiale e poi la cessione del raccolta a una ditta specializzata di Prato. "Lavoriamo racconta dietro affidamento di Sei Toscana, con tutte le certificazioni del caso. Facciamo parte della catena di raccolta, effettuando lo svuotamento periodico con due addetti che girano per tutto il territorio". Sono trentotto a Siena e centosettanta in provincia i cassonetti per la raccolta di indumenti usati. Sei Toscana, il gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani nelle province dell'Ato Toscana Sud (Arezzo, Grosseto e Siena e sei comuni della provincia di Livorno), affida questo servizio a cooperative e operatori sociali aderenti al Conau, consorzio nazionale abiti e accessori usati. In realtà l'utilizzo di questo tipo particolare di rifiuto non è unicamente rivolto, come si può pensare, al fine caritatevole. Non tutti gli indumenti usati, in sostanza, vengono donati alle fasce povere, perché le stesse cooperative operano facendo una selezione a seconda dell'usura o della possibilità di riutilizzo: alcuni indumenti, dunque, vengono sistemati e rivenduti, altri sono utilizzati appunto a fine sociale, altri ancora per la produzione di materiale riciclato (imballaggi e quant'altro), altri comunque conferiti come rifiuti. Dal 2015 ad oggi, da quando cioè Sei Toscana ha affidato, dopo il monitoraggio dell'esistente e tramite bandi sul territorio, la gestione di questi cassonetti agli aderenti al consorzio, in provincia di Siena tali postazioni sono aumentate di trentacinque unità. Secondo Conau il rapporto ottimale è di un cassonetto ogni tremila abitanti. Vengono installati in aree assieme a altri cassonetti, gestiti invece direttamente da Sei, mentre il cassonetto per gli indumenti viene svuotato e gestito dalle varie cooperative, fermo restando la supervisione di Sei, a cui gli operatori inviano un report. Non è la prima volta che il gestore segnala abusivismo in questo settore. "I cassonetti per la raccolta degli indumenti usati dicono dal gestore unico dei rifiuti della Toscana del Sud sono stati a suo tempo registrati e sono riconoscibili con il marchio di Sei, il numero verde e il numero di registrazione. Sono quelli da utilizzare". E' importante usufruire quel tipo di cassonetto "ufficiale", non solo per una tutela normativa e sulla "filiera" del rifiuto stesso, ma anche perché le cooperative del consorzio Conau riconoscono a Sei un tot a quintale di rifiuto ritirato, che Sei gira al cento per cento all'Ato per l'abbattimento dei costi, cioè delle tariffe all'utente finale (il cittadino), come accade del resto per la raccolta differenziata. Negli altri territori di Sei Toscana i cassonetti per gli indumenti sono 76 nei sei comuni in provincia di Livorno, 180 a Grosseto e 215 ad Arezzo.