Cassonetti intelligenti e funzionanti La «differenziata» a quota 90%

FUNZIONA. Eccome se funziona. Dopo un mese di sperimentazione sulla raccolta differenziata a Le Gemme la percentuale di raccolta sfiora il 90%. Numeri che fanno capire che l’idea di trasformare la raccolta coi cosiddetti bidoni «intelligenti» sta premiando. Il sistema «Porta a porta» che sta proseguendo in qualche zona in città si sta rivelando infatti un fallimento: lo testimoniano i dati sulla raccolta differenziata che al 2016 sfiorava appena il 35%. Il sistema ha un costo per i cittadini grossetani pari a un milione e 800mila euro per i 24mila residenti interessati dal «Porta a porta» a fronte dei 2 milioni e 800mila per gli altri 60mila residenti. Esclusi i costi di trattamento smaltimento dei rifiuti prodotti. Dei 24mila residenti solo il 30% smaltisce secondo il sistema «Porta a porta». Rispetto poi al costo dei sacchetti, questo oscilla tra i 150mila e i 200mila euro all’anno, ripartito su tutti gli 84mila residenti del Comune e, quindi, anche sui 60mila cittadini interessati da raccolta stradale, ai quali i sacchi non vengono forniti. Il nuovo sistema, che presto sarà esteso in ogni parte della città (ci vorranno circa tre anni per chiudere il «cerchio») prevede infatti anche i nuovi codici a barre da applicare al sacchetto contenente il rifiuto, (ne sono stati consegnati 120 a utenza, quantitativo questo ritenuto sufficiente per circa sei mesi) che servono per ricavare informazioni utili sulla merceologica dei rifiuti conferiti e sono un utile strumento per fornire indicazioni progettuali sulle abitudini degli utenti. Ma è sulla responsabilizzazione dell’utenza che l’Amministrazione ha puntato: l’accesso controllato sui cassonetti è diventato infatti un incentivo grazie ad una tessera utile per conferire nelle tre postazioni di raccolta più vicine alla propria residenza. Prima della nuova rivoluzione targata Simona Petrucci (l’assessore con delega ai rifiuti) il Piano economico e finanziario del servizio rifiuti (fino al 2016) ammontava a 21 milioni e 721mila euro e che grazie a una capillare rivisitazione del servizio e allo sfrondamento dei costi in eccesso è sceso negli ultimi 18 mesi a 17 milioni e 995mila euro. Abitudini, quindi. Che anche grazie a un servizio capillare nelle scuole, l’assessorato all’ambiente cerca di far capire: dagli ultimi dati infatti (e da una verifica sui quantitativi dei sacchi ordinati) il 70% preferisce gettare i rifiuti al primo cassonetto disponibile con la diretta conseguenza di mettere in crisi postazioni di raccolta ovviamente dimensionate per un numero inferiore di conferimenti.

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