Colti in flagrante mentre buttano la tivù nel campo Si affrettano a ripulire

Scaricano abusivamente rifiuti nel campo pubblico di fronte a casa e poi - scoperti in flagrante - si affrettano a ripulire tutto riempiendo un furgoncino. È successo sabato intorno alle 12 in via Polonia. È gennaio quando nel campo comunale di fronte a una schiera di case comincia ad affiorare "roba" di tutti i tipi. Inizialmente circondata da un nastro bianco e rosso, sembra una cosa temporanea ma non è così. Dopo 15 giorni il mucchio di rifiuti è sempre lì. Gli abitanti scrivono a Sei Toscana che ringrazia e spedisce gli operatori a ripulire. Questo a fine gennaio. Passate poche ore riecco altri rifiuti affiorare nel campo, con pezzi di mobili e altro. I cittadini riscrivono a Sei. Si aggiungono spazzatura e resti di cibo. Giorni fa i lettori inoltrano la segnalazione al Tirreno, che pubblica una foto della discarica abusiva: di nuovo, chi di dovere interviene a pulire. Sembra finita lì ma riecco alla carica i seminatori di rifiuti "seriali" che incuranti delle regole (il campo è pubblico) piazzano nuova sporcizia. È venerdì scorso quando il terreno di via Polonia torna a cospargersi - in un punto preciso - di doghe di legno, stracci e sacconi. Sabato poi, in tarda mattina, c'è una novità. Un uomo viene colto sul fatto da alcuni cittadini mentre scarica nel solito punto una tivù rotta. Il gesto gli viene contestato. Cittadini affacciati alle finestre chiamano Il Tirreno che arriva in loco. Colui che ha scaricato il televisore si affaccia al balcone per dire al giornale che «è tutto regolare. Siamo anche d'accordo con il Coseca» (che però da diversi anni non è più gestore, ndr). A detta del cittadino, insomma, quella sorta di discarica è autorizzata e prelude al ritiro «a cura del Coseca», che dovrebbe passare dopo un paio di giorni. Peccato però che sul cumulo di rifiuti non vi sia alcun codice, di quelli che la società Sei Toscana comunica telefonicamente a chi chiede il ritiro degli ingombranti a domicilio. Telefonando "in diretta" a Sei, la società conferma al Tirreno che il ritiro deve essere "prenotato" e che quando ciò accade viene sempre rilasciato un codice, da apporre sui rifiuti. In ogni caso, il materiale dev'essere portato in suolo pubblico (in vista del ritiro) la mattina stessa o la sera prima. Non giorni prima. L'epilogo della scena è questo. Vista (o udita? ) la telefonata a Sei dal balcone, la famiglia scende di casa. Appare contrariata, raggiunge il campo e sbaracca la discarica. Tre persone, uomo e due donne, caricano doghe e tivù rotta in un furgoncino liberano il campo dai rifiuti. Per portarli chissà dove.

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