Il Consiglio d’amministrazione di Sei Toscana, l’azienda che ha in carico la gestione integrata dei rifiuti urbani prodotti nei 104 Comuni dell’Ato Toscana Sud, ha approvato all’unanimità le linee guida del nuovo piano industriale, che confermano l’intenzione dell’azienda di «attivare sul territorio servizi di raccolta differenziata, anche con l’utilizzo di sistemi di conferimento ad accesso controllato, proseguendo il percorso volto ad arrivare ad un sistema di tributo puntuale nel prossimo futuro, ossia far pagare all’utenza per ciò che effettivamente produce in termini di quantità e qualità dei rifiuti conferiti».
Più in generale, l’obiettivo del piano industriale è quello di raggiungere una progressiva integrazione territoriale dei servizi – partendo da un territorio tanto vasto e dunque ricco di caratteristiche peculiari a seconda dell’area servita – e un deciso incremento della raccolta differenziata e del recupero di materia, raggiungendo in tal modo gli obiettivi previsti dalla Regione Toscana e dall’Unione Europea.
«Quanto alla recente ordinanza del Tribunale di Firenze dello scorso 13 agosto – dichiarano da Sei Toscana in riferimento alla perdurante incertezza riguardo all’attribuzione delle quote societarie che vede coinvolti in primo luogo i soci Sta, Ecolat e Cooplat – il Consiglio di amministrazione, pur consapevole della complessità giuridica dell’intera questione e salvi pertanto gli approfondimenti in corso, ritiene che l’incertezza relativa alla titolarità dei diritti su una parte del capitale sociale non possa far venire meno l’esigenza di dare tempestiva e puntuale attuazione alla delibera di aumento di capitale e, comunque, l’obbligo di perseguire al meglio l’interesse societario. Per tali motivi, il CdA ha inviato una lettera ai soci in cui si ricorda la scadenza del 30 settembre prossimo per la sottoscrizione della seconda tranche di aumento di capitale, pari a 18 milioni di euro, versando contestualmente il 25% della quota sottoscritta. Quanto agli effetti dell’ordinanza del 13 agosto, il Consiglio ha deliberato di darvi attuazione e quindi: di pubblicare il suddetto provvedimento nel Registro delle imprese e di invitare i soci alla massima collaborazione e quindi a ricercare, nel superiore interesse della società, un accordo circa l’esercizio dei diritti relativi alle quote oggetto di vendita coattiva, in modo da consentire alla Società stessa un regolare e certo funzionamento. Ferme restando – concludono dal gestore unico – le prerogative del CdA e del presidente, eventualmente da esercitarsi all’esito della risposta dei soci».