L'Agenzia regionale recupero risorse fotografa una lieve crescita, pari a circa il 4%, della raccolta differenziata in provincia: dal 37,53% del 2019 al 41,46% del 2019. Per Legambiente sono dati «che lasciano ben sperare per il futuro e che rappresentano un ennesimo piccolo passo in avanti per un territorio che ha come obiettivo lo standard fissato dal Testo unico sull'ambiente che impone come livello da raggiungere il 65% di raccolta differenziata. Obiettivo altrettanto ambizioso è quello fissato dalla Regione Toscana che invece impone come tetto minimo il 70%. La strada quindi è quella giusta ma ancora molto deve essere fatto per rendere la provincia pienamente virtuosa». Il risultato della provincia di Grosseto, e in particolare del capoluogo, è stato molto criticato nei giorni scorsi da più parti. Critici il Forum Ambientalista, il Movimento 5 stelle e il Partito democratico, che bollano i risultati come deludenti, non solo alla luce del fatto che siano lontanissimi dagli obiettivi di legge, ma anche rispetto ad altre province e capoluoghi toscani. «Senza alcun dubbio - dice Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente - la crescita, seppur lieve, registrata dalla provincia di Grosseto e da molti Comuni è da considerare un fatto molto positivo. I numeri però ci devono spingere a fare sempre meglio e di più. Senza alcun dubbio, la gestione della raccolta differenziata nei Comuni meno popolosi è più facile da mettere in pratica e a dimostrarlo ci sono i dati molto positivi di Montieri e Monterotondo Marittimo ai quali va tutto il nostro plauso che deve rappresentare un incentivo ad andare avanti con determinazione in questa direzione. Discorso a parte deve essere fatto per il capoluogo in cui il consiglio è di puntare in ogni angolo della città con determinazione sulla differenziata, ragionando anche in termini di raccolta differenziata spinta e sul porta a porta in maniera più organica. La campagna di comunicazione capillare messa in atto e la maggiore organizzazione rappresentano un elemento positivo che però non basta per fare di Grosseto la capitale della sostenibilità della nostra Maremma. Nota negativa riguarda i comuni che hanno registrato il segno meno».