I rifiuti? Le nostre miniere economia circolare, spinta Iren

Il modello di impresa migliore per accompagnare il Paese (e le sue aziende) nel percorso di sostenibilità? Le multiutility, perché sono in grado di offrire una gamma di servizi (pubblici per la collettività, come la raccolta rifiuti, ma anche per le aziende con i progetti per la decarbonizzazione) e sono radicate nei territori, dove creano valore. Ne è convinto Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, la multiutility con sede a Reggio Emilia e attiva prevalentemente in Emilia, Piemonte, Liguria, Toscana e che, con il progetto del rigassificatore di Gioia Tauro, potrebbe sbarcare in Calabria. «Le multiutility - spiega Dal Fabbro, che è anche presidente dell`Istituto Europeo Esg, vicepresidente del Circular Economy Network e vicepresidente Utilitalia - con la produzione di rinnovabili e il recupero di materie prime, sono diventate un modello di business molto importante in un momento in cui si deve investire nella transizione energetica e nell`economia circolare». A sostenere questa tesi parlano i dati, elaborati a dicembre 2022 da Fondazione Utilitatis per Utilitalia, che indicano per il 2021 investimenti annuali di 86i milioni nella decarbonizzazione (+4396 su anno) e di 272 milioni (+5096) nell`economia circolare da parte del settore. «L`industria attuale - dichiara Dal Fabbro - si regge su tre pilastri energetici fondamentali: disponibilità della risorsa, accessibilità di costo e sostenibilità ambientale. Senza dimenticare la fondamentale disponibilità di materie rare e strategiche. Oggi siamo ancora per scontata la reperibilità di tungsteno, cadmio e rame, ma in futuro non lo saranno più. La crisi del gas nel 2022, coni prezzi schizzati a livelli impensabili e la crisi idrica che rischia di mettere in difficoltà l`agricoltura e non solo hanno già anticipato cosa significhi scarsità di risorsa. Oggi il rame, materia prima base per l`industria italiana, costa relativamente poco, ma è destinato ad aumentare. Avere la capacità e gli impianti per recuperarlo a un prezzo accettabile sarà fondamentale». L`obiettivo di Iren è crescere nell`economia circolare. «Con la nostra controllata Iren Ambiente - dichiara il presidente -. Abbiamo impianti di riciclo di plastica, carta, legno e metalli rari che ci faranno diventare leader di un settore centrale». Il gruppo attualmente ha tre termovalorizzatori, sei impianti di trattamento rifiuti liquidi, quindici di recupero materia, cinque per il trattamento e la valorizzazione dei rifiuti organici e altrettanti per il trattamento meccanicobiologico. Uno degli impianti più avanzati per trattare i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) sarà costruito ad Arezzo. «L`impianto che realizzeremo nel Valdarno - spiega Dal Fabbro - darà la possibilità di ricavare metalli preziosi come l`oro dalle schede dei Raee, in un territorio dove c`è un distretto orafo sviluppato che potrebbe beneficiare della nostra attività». Già attivo è l`impianto di Volpiano (Torino) sempre per il recupero dei Raee e qui la novità è l`utilizzo dell`intelligenza artificiale: sono i robot a smontare i monitor e a separare i pezzi per avviarli a recupero. «La nostra tecnologia - dichiara Dal Fabbro - è unica in Europa ed è stata sviluppata da una startup genovese, un esempio concreto delle numerose sinergie che possono nascere fra multiutility e startup». A Vercelli, inoltre, è prossimo a inaugurazione di un impianto di riciclo del legno che dagli scarti produce un prodotto finito, il pallet prestampato. A completare il ciclo dei rifiuti è il loro smaltimento e valorizzazione per la produzione di energia elettrica, calore e biometano grazie ai termovalorizzatori e a impianti di trattamento del residuo organico. Nel 2022 sono stati realizzati o acquisiti nuovi impianti: sono entrati in funzione il centro di recupero carta e plastica di Parma (ReCaP, impianto hi-tech più grande d`Italia per volumi di carta e plastica trattati), e l`impianto di trattamento e valorizzazione Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) a Reggio Emilia, mentre per quanto riguarda le nuove acquisizioni, il gruppo ha integrato un impianto di valorizzazione della carta e del cartone. Nel 2022 sono state gestite complessivamente 3,7 milioni di tonnellate di rifiuti. Niente fenomeno Nimby? «Nei nostri territori di riferimento c`è una buona comprensione - conclude Dal Fabbro e questo perché i nostri impianti sono condivisi fin dalla progettazione con le comunità locali grazie a una grande attività di informazione. Abbiamo una struttura dedicata, Eduiren, che si occupa di educare studenti e cittadini organizzando giornate di cantiere aperto con i tecnici per rispondere ai dubbi: la trasparenza è premiante, lo abbiamo imparato negli anni».

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