RISANAMENTO e consolidamento dei conti. Senza però dimenticare la riduzione della pressione fiscale su Tari, Tosap e incentivi per la ristrutturazione. E’ stato approvato ieri il bilancio preventivo 2018 del Comune di Grosseto assieme al piano triennale delle opere pubbliche. L’assise comunale si è svolta senza grandi colpi di sorpresa, con Maremma Migliore – la lista civica in maggioranza con la consigliera Pepi – che ha votato senza indugio il documento nonostante nei giorni scorsi ci fosse stato quale malumore con la maggioranza. Tutto è rientrato grazie anche alle nuove previsioni nel settore della sicurezza inserite in bilancio. Il bilancio preventivo 2018 si attesta su più di 80 milioni di euro e rispetta l’equilibrio tra le voci in «entrata» e in «uscita». Tra i capisaldi del documento un’importante azione di risanamento e consolidamento dei conti rispetto ai debiti accumulati negli anni. Nel documento di programmazione è stato infatti inserito un accantonamento (nella misura obbligatoria secondo le indicazioni governative) pari a 4 milioni e 500mila euro. Il bilancio conferma la riduzione della pressione fiscale non solo per quanto riguarda la Tari (le cui tariffe verranno determinate in una successiva seduta consiliare), ma anche per la Tosap e gli incentivi per le ristrutturazioni in tutto il territorio comunale. Invariate le aliquote Imu e Tasi, bloccate per il quarto anno consecutivo da precise disposizioni governative. Previsti investimenti sul sistema dei servizi all’infanzia per i quali sono stati incrementati i fondi di oltre 50mila euro e anche nel settore delle Politiche sociali, dove si è mantenuto lo stanziamento a fronte di una importante riduzione dei fondi regionali erogati nel passato. E proprio sull’infanzia è intervenuto duramente il consigliere d’opposizione Rinaldo Carlicchi (Passione per Grosseto). «Sale del 9% la contribuzione delle famiglie per la mensa, si passa dal 60% al 69%, ci saranno 240 mila euro in meno di costi e nessun maggior servizio – ha detto –. Ho richiesto di anticipare l’inizio e posticipare la fine della mensa, visto che con i risparmi i fondi ci sono, ed anzi sarebbero addirittura in eccesso. La scelta elettorale di non attivare le azioni per il recupero delle somme dovute per le aree Peep costeranno a noi cittadini 100mila euro per interessi passivi, 100mila euro che paghiamo noi per inerzia di altri».