Siena in una nuova era sui rifiuti

Siena

Siena si appresta a entrare in un'era nuova per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti. Con la sostituzioni dei cassonetti a Taverne d'Arbia è stata posta la prima pietra. Per chiudere il cerchio ci vorrà ancora qualche mese, ma il presidente di Sei Toscana Alessandro Fabbrini è convinto che una volta conclusa, i benefici saranno evidenti. -Perché pensa questo? Per questi nuovi cassonetti sono più grandi e funzionali. Inoltre la città ne guadagnerà in termini di decoro urbano. -Che tempi prevedete per concludere le operazioni? Non sarà una cosa breve, perché nel piano sono previste una decina di postazioni interrate. Su questa sperimentazione, che vedrà il capoluogo come l'unico comune della provincia a potersene giovare al momento, c'è uno stanziamento di 20 milioni per tutta l'Ato Sud, grazie a fondi Pnrr. Ovviamente questa tipologia di raccoglitori ha un iter più complesso. -Per il centro storico cambierà qualcosa? No, resterà la raccolta porta a porta. La riorganizzazione è legata all'area esterna, ma le postazioni interrate, per esempio, sono tutte limitrofe al centro. Mi viene in mente quella al di fuori di Porta Pispini. -Questo processo consentirà ai cittadini di avere tariffe ridotte? I costi sono legati a vari fattori e tra l'altro c'è stato un aumento adesso. Il nostro piano industriale prevede che nell'arco di uno o due anni queste cifre raggiungono una soglia oltre la quale non sarà possibile salire ma, in caso, solo diminuire. -Siena è uno dei pochi comuni che ha rinunciato alla tessera. Con questa nuova impostazione l'addio sarà definitivo? In teoria dovrebbe essere il contrario. Questi cassonetti sono predisposti per essere utilizzati anche con la tessera. Il nostro obiettivo è arrivare alla tariffazione puntuale, come stanno già facendo a San Giovanni Valdarno o nella Val di Cornia. No tutti arrivano a questo punto. Sta all'amministrazione decidere se reintrodurla. -Se non accade cosa succede? E' impossibile innescare il sistema della tariffazione puntuale, che è premiante per chi fa la differenziata, perché è impossibile calcolare le quantità destinate all'indifferenziato. -In Valdelsa avete incontrato la cittadinanza per spiegare tutta l'operazione. A Siena farete lo stesso? Si certo. Il primo si è tenuto a Sant'Andrea lunedì. E via via ne faremo altri. -Come si incastra questa riorganizzazione nel vostro piano industriale? E' un tassello importante perché è rimasto il comune un po' più indietro nella riorganizzazione rispetto anche ai comuni a poluogo di Arezzo e Grosseto. Il nostro arcopiano finisce nel 2027 e quindi siamo abbastanza in linea con questo programma. Grazie al supporto di Iren siamo convinti di portarlo in fondo nei tempi stabiliti e rendere la raccolta nell'Ato Sud migliore di ciò che è stata finora. -Riuscirete a raggiungere gli obiettivi fissati dalla Regione? Siamo già arrivati al 65% di raccolta differenziata, quindi siamo già molto ben messi rispetto alla media regionale. Il traguardo del 70% è realistico. -Vede qualche difficoltà nella messa a terra del piano su Siena? No, anche se si va in un territorio molto delicato, quindi ci vogliono tutte le attenzioni del caso. -Con l'amministrazione siete sulla stessa lunghezza d'onda? Noi siamo il loro braccio operativo e dall'incontro delle rispettive esperienze nascono progetti vincenti. Se non c'è questo rapporto collaborativo difficilmente si riesce a lavorare bene e a Siena siamo vicini a raggiungere l'obiettivo prefissato.

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