Riduttivo chiamarle rifiuti. Le schede elettroniche anima di cellulari, computer e piccoli elettrodomestici possono diventare una sorgente di ricchezza grazie ai metalli contenuti. Alcuni preziosissimi e quindi da recuperare per donar loro una nuova vita, il tutto rispettando l'ambiente. Oro, argento, palladio e rame sono fondamentali nell'economia moderna e verranno estratti, selezionati e recuperati in un apposito impianto a Terranuova Bracciolini (Arezzo), inaugurato ieri da Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica e dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Nel cuore del Valdarno aretino, arriverà presto il primo carico di materiale da trattare. «I rifiuti sono la nostra più grande miniera», ha detto Pichetto Fratin. «L'Italia è un Paese che ha poche materie prime. Quindi, si tratta di attivare, con tecnologie moderne, impianti come questo». Realizzato da Valdarno Ambiente, società del Gruppo Iren, l'impianto toscano tratterà a pieno regime oltre trecento tonnellate di schede elettroniche, dalle quali saranno recuperati quasi 200 kg di metalli preziosi e 57 tonnellate di rame. L'innovativo trattamento permetterà inoltre, di produrre una quantità di CO2 tre volte inferiore rispetto ai tradizionali processi di estrazione mineraria e di incenerimento. «In questa struttura si fa un diverso tipo di industria. Generiamo ricchezza da rifiuti in modo sostenibile attraverso acqua, temperatura e Sali”, ha detto Luca Dal Fabbro, presidente di Iren. “L’impianto permetterà il recupero medio minimo settimanale di un kg di oro, due kg di argento, 500 gr di palladio, 500 kg di rame metallico e tra i 600 e 700 kg di rame in polvere”. Entro il 2030 la produzione globale di rifiuti elettronici è destinata a superare i 75 milioni di tonnellate. Oggi in Italia oltre il 90% dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) è destinato all’esportazione e solo il 30% di questi rifiuti è gestito correttamente. “L’impianto valdarnese si colloca in una innovativa direzione di circolarità e di prossimità territoriale; infatti oltre a contribuire allo sviluppo economico dell’area, le attività del Gruppo potranno favorire sinergie con l’importante distretto orafo aretino, che potrà utilizzare le materie recuperate senza alcuna ulteriore lavorazione”. Come dunque funziona questo impianto che farebbe felice Re Mida? Dispone di aree di stoccaggio, un laboratorio chimico (misurerà la qualità delle schede da trattare) e di stazioni dei prodotti intermedi e dei metalli riciclati. “Nella prima fase le schede elettroniche vengono riscaldate fino a 220 °C per facilitare il distacco dei vari componenti”, dice Luca Zipoli, responsabile tecnico di Valdarno Ambiente. “I componenti vengono poi separati per dimensione e infine triturati”. La seconda fase riguarda il recupero e l’affinazione chimica dei metalli. “L’impianto lavora una tonnellata di schede elettriche per volta. Attraverso una reazione chimica con due diverse soluzioni acide, vengono estratti i metalli non nobili come ferro, piombo, stagno, alluminio e rame. I primi vengono smaltiti, mentre il rame viene lavorato e purificato tramite un processo elettrolitico. Si depositerà su apposite lastre che poi entreranno sul mercato». Argento e oro, estratti entrando in contatto con soluzioni acide specifiche, diventeranno lingotti. Il palladio sarà recuperato sotto forma di sale disciolto in una soluzione liquida. Questi metalli saranno tracciati e certificati tramite blockchain. «Lo smaltimento dei rifiuti in genere, è una delle attività più delicate. Grazie alla tecnologia, genera un processo di economia circolare virtuosa che si ripercuote sotto forma di occupazione ed economia sul territorio», ha detto Giani. «Ci spingiamo sempre più nel terreno dell'economia circolare e diamo ai rifiuti una visione industriale e sostenibile», ha spiegato Monia Monni, assessore all'Ambiente della Toscana. «A Terranuova Bracciolini procediamo in un'ottica di economia green, dove lo scarto diventa valore», ha dichiarato Sergio Chienni, sindaco del Comune valdarnese. L'impianto ha l'autorizzazione ambientale che garantisce i requisiti End of Waste. «Non sono previsti scarichi idrici di acque industriali. L'acqua usata verrà trattata e quasi totalmente riutilizzata nello stabilimento, mentre le emissioni in atmosfera saranno controllate da specifici sistemi di filtrazione», ha concluso Dal Fabbro.