Economia circolare, accordo Iren-coop sociali toscane per l’inserimento dei fragili

Rafforzare l’alleanza tra le cooperative sociali e le utilities. Un modo per avere una migliore gestione del ciclo di rifiuti e, al tempo stesso, rispondere ai bisogni sociali di integrazione inserendo nel mondo del lavoro persone con fragilità. Parte dalla Toscana ma ha l’ambizione di diventare un modello nazionale l’accordo sottoscritto tra Iren Ambiente, Sei Toscana, Legacoop Toscana e Coob. In particolare il protocollo, decennale, è tra la società attiva nei servizi ambientali (tramite Iren Ambiente), il gestore unico del servizio integrato dei rifiuti urbani nei 104 comuni dell’Alto Toscana Sud (ovvero Sei Toscana), il consorzio di imprese sociali di tipo B (Coob) e l’associazione di rappresentanza che cura gli interessi delle cooperative toscane (Legacoop Toscana).

Il protocollo, firmato alla presenza dell’assessora regionale alle politiche sociali della Regione Toscana Serena Spinelli, vuole rafforzare la collaborazione tra le realtà. E l’obiettivo è vasto perché se il modello continuerà a dare ottimi risultati si potrà pensare di estenderlo anche altrove, coinvolgendo ovviamente le realtà dei territori.

Un accordo innovativo

Le finalità dell’accordo sono essenzialmente due: consolidare sempre di più la presenza della cooperazione sociale nel sistema di gestione del ciclo di rifiuti, rendendo dunque sempre più virtuoso questo meccanismo.

E aiutare i cittadini svantaggiati, impiegandoli e cercando di rispondere quando più possibile ai bisogni sociali di integrazione. I benefici sono diversi: oltre a quello occupazionale o sociale, la conseguenza principale è la ricaduta economica sui territori. Sono previste anche azioni comuni sui temi della sostenibilità, con attenzione al futuro e alla misurazione dell’impatto ambientale e sociale generato.

Dall’autunno 2023 saranno poi organizzati una serie di incontri aperti al pubblico in modo di coinvolgere cittadini e stakeholder locali e far conoscere dunque il lavoro fatto dai promotori del protocollo.

Opportunità concrete di autonomia

L’assessora Spinelli ha spiegato che questo accordo «è virtuoso. Quattro realtà diverse mettono insieme le loro forze al servizio della gestione del ciclo dei rifiuti, investendo sui temi della sostenibilità ambientale e sociale; perno di questa azione è l'inserimento nel mondo del lavoro di persone con fragilità, e quindi la costruzione di opportunità concrete di autonomia. I temi ambientali sposano quindi, mirabilmente, quelli sociali. L’iniziativa è in piena sintonia con quanto perseguito dalle politiche regionali: ai bisogni delle persone in condizioni di svantaggio non si deve rispondere solo in termini assistenzialistici, ma soprattutto costruendo opportunità concrete per la loro autonomia e la loro vita. Per questo l’inserimento lavorativo è sicuramente uno strumento fondamentale».

«Il protocollo firmato oggi rafforza la collaborazione trentennale di Iren con un settore capace di portare, all'interno delle nostre attività, progetti con una forte valenza sociale - ha dichiarato Eugenio Bertolini, amministratore delegato di Iren Ambiente -. Un'alleanza presente anche sul territorio regionale: oggi sono infatti oltre 30 le cooperative sociali che lavorano con l'azienda, impiegando circa 2000 persone, per un valore economico complessivo annuo di oltre 80 milioni di euro».

Il presidente di Sei Toscana Alessandro Fabbrini ha ricordato che la società «ha introiettato il modello dello sviluppo sostenibile nella propria strategia, bilanciando le scelte per ottenere risultati su tutti i fronti: economico-finanziario, ambientale, sociale e della governance». Per il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini «la cooperazione sociale svolge un ruolo fondamentale nell'inserimento lavorativo e nell'integrazione all'interno della società dei soggetti svantaggiati. Quando si parla di reinternalizzare i servizi oggi affidati alle cooperative sociali di tipo B, che offrono servizi di alta qualità, il rischio è che siano esclusi proprio i lavoratori svantaggiati che le cooperative mirano a tutelare”. Il presidente di Coob Michele Vignali ha osservato che l’alleanza può generare «impatti significativi nelle comunità in cui viviamo». Dalla tutela dell’ambiente alla sostenibilità, dal ciclo dei rifiuti alle opportunità lavorative per persone svantaggiate: è un modello che può avere fortuna a livello nazionale.

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