Bruxelles: sì al mercato della plastica riciclata Bene il modello italiano

Appena il 6° dei prodotti europei di plastica proviene da plastica riciclata. Il mercato è piccolo, minuscolo. Finora l'85° degliscartiplasticiraccolti con diligenza dagli europei, italiani compresi, venivano rigenerati inCina, maPechino sta chiudendo le frontiere alla plastica discarto da riciclare e l'Europa si sta riempiendo di plastica usata che non trova sbocchi. Dice preoccupata la Commissione Ue: bisogna creare subito un mercato dei prodotti riciclati, serve più innovazione dei materiali, bisogna coinvolgere i produttori e i consumatori. Lo afferma la nuova Strategia sulla plastica che la Commissione di Bruxelles svelerà oggi, ma che il Sole24Ore può anticipare. Il documento («A European Strategy for Plastics in a Circular Economy», 17 pagine più allegati) prende le mosse dalle campagne di sensibilizzazione contro i rifiuti di plastica nei mari ma soprattutto dalle preoccupazioni per un mercato che sta soffrendo. «In Europa il potenziale per il riciclo dei rifiuti di plastica rimane largamente sottoutilizzato», visto che il riciclo della plastica è modesto rispetto a vetro, carta o metalli.Le plastiche sono fondamentali per una vita migliore, per ridurre le emissioni, per avere un mondo più sicuro e più pulito, ma virtù meravigliose nell'uso come durata e leggerezza diventano una disgrazia quando ibenidiplastica diventano rifiuti.Gli europei producono ogni anno 25,8 milioni ditonnellate di spazzatura plastica ma riescono a raccoglierne appena il 30%, mentre il 39°o viene bruciato negli inceneritori ma, quel ch'è peggio, il 31"ßo finisce in discarica. «Il 95°o del valore dei materiali plastici da imballaggio, qualcosa tra i 7o e i 105 miliardiannui di euro, va perso dopo un brevissimo ciclo diutilizzo», afferma il documento europeo.Quale soluzione individua la Commissione di Bruxelles? Un'economia circolare della plastica. Riusare quanto più possibile gli oggetti di plastica e riciclare quanto più possibile quelli che non possono essere riusati.Ed ecco gli strumenti normativi cuipensala Commissione, a cominciare dalla creazione di un mercato del materiale rigenerato che oggi stenta ancora a decollare. La Commissione vuole alzare gli obiettivi di raccolta e riciclo della direttiva packaging e sta pensando a imporre specifiche nuove per i prodotti, in modo da promuovere ilriutilizzo e da sviluppare i mercati di beni riciclati, come per esempio nella produzione di mezzi di trasporto, arredamento, elettronica.La Commissione ha individuato nelle esperienze italiane alcuni dei modelli da seguire, come la normativa italiana sugli "appalti verdi" e come l'efficacia del sistema di contributo Conai pagato dai consumatori sugli imballaggi per finanziarne il riciclo.Un altro strumento è l'uniformazione delle tipologie di materiali,perrenderlimeglio compatibili con il riciclo.Bisognerà studiare standard che consentano di adottare materie prime di riciclo anche negli imballaggi per alimenti.Strumenti devono essere individuati per raccogliere le bottigliette usa-e-getta e perla plastica usata in agricoltura e nelle attività del mare (navi e pesca).Un'altra priorità sarà investire in innovazione, come il riciclo chimico (tornare alle molecole elementari da cui si possa produrre nuova plastica), e lo sviluppo di nuove materie prime, come la plastica ottenuta partendo da metano o da anidride carbonica.Sul fronte delle bioplastiche, la Commissione Ue ne studierà l'impatto per capire dove il loro uso è positivo per l'ambiente; inoltre vuole informare i consumatori sulle condizioni particolari di biodegradazione e sulla miscelazione con polimeri tradizionali, mentre svilupperà la ricerca per arrivare a plastiche capaci di biodegradarsi correttamente anche in mare.

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