Allarme rifiuti pericolosi Aumenta la produzione

di Alfredo De GirolamoI dati 2016 di Ispra dicono che i rifiuti speciali ammontano in Italia a circa 135 milioni di tonnellate, quattro volte e mezzo la dimensione dei rifiuti urbani (circa 30 milioni di tonnellate). Un dato in linea con i principali Paesi industrializzati, tenuto anche conto che in Italia (specie in alcune regioni) parte dei rifiuti speciali viene conferito nel circuito dei rifiuti urbani attraverso la famosa "assimilazione", pari a circa un terzo dei rifiuti urbani, ovvero 10 milioni di tonnellate. La principale distinzione tra i rifiuti speciali è fra non pericolosi e pericolosi. Fortunatamente la stragrande maggioranza appartiene alla prima tipologia: 125 milioni di tonnellate, il 93% del totale. Una parte preponderante di rifiuti speciali sono gli inerti (scarti da costruzione e demolizione), pari a 54,4 milioni di tonnellate (43,4% del totale). Un'altra fetta importante è quella degli scarti delle attività primarie di trattamento dei rifiuti urbani e speciali e della depurazione e potabilizzazione, nonché delle attività di bonifica e risanamento ambientale. Questi rifiuti sono pari a 36,7 milioni di tonnellate (27,2% del totale). Queste due grandi famiglie di rifiuti sono quasi due terzi del totale di quelli speciali. I rifiuti industriali veri e propri sono molto meno: 28 milioni di tonnellate pari al 20,7%. Nel complesso il rapporto afferma che i rifiuti speciali sono nel 2016 in crescita del 2% rispetto al 2015, aumento che diventa del 3,7% se si considera il totale dei rifiuti gestiti e non solo prodotti. Un dato prevedibile, considerati l'avvio di un ciclo economico positivo dopo gli anni 2014-2015 e la forte correlazione fra crescita economica e produzione di rifiuti. L'aumento rilevato è importante e superiore alla crescita del Pil. Il carico di produzione e gestione dei rifiuti speciali è molto diverso nelle varie regioni. La maggior parte è prodotta in Lombardia, Veneto, Emilia e Piemonte con quasi la metà del totale. Un dato che sorprende è che questo aumento della produzione è sostenuto da un forte aumento dei rifiuti pericolosi (500mila tonnellate, 5,6% su base annua). Per l'Italia l'aumento dei rifiuti in questa dimensione deve preoccupare. Come deve preoccupare, ed è un punto di debolezza, l'assenza cronica di impianti di trattamento e smaltimento di questa specifica tipologia di rifiuti, così come le difficoltà di gestire i fanghi.Mentre il punto di forza è sicuramente la sua base produttiva per il riciclaggio di tutti i materiali, pilastro per la sfida dell'economia circolare e della green economy. Oltre il 50% dei rifiuti urbani e il 65% dei rifiuti speciali viene riciclato.

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