«Con il Comune di Siena c’è uno scambio continuo di idee e proposte. Noi siamo il braccio operativo delle amministrazioni, la nostra missione è concordare assieme al Comune le migliori soluzioni che si vogliono adottare. Stiamo ragionando su alcuni servizi speciali, ritagliati per Siena». Alessandro Fabbrini, presidente di Sei Toscana, parte dallo stato dell’arte della scelta di Siena di ’aprire’ i cassonetti per la raccolta rifiuti e congelare la Sei Card, per illustrare investimenti, bilanci e piani industriali della società che gestirà i servizi ambientali per le province di Siena, Arezzo e Grosseto oltre alla Val di Cornia, fino al 2033. Per inciso, la scelta della giunta Fabio di ’aprire’ i cassonetti, non avrebbe portato risultati tangibili. Molti utenti continuano a lasciare sacchetti di rifiuti fuori dai contenitori. Anche se per gli assessori la situazione sembra migliorata.Come si chiuderà il bilancio 2023 di Sei Toscana?«E’ ancora presto per dirlo - premette Fabbrini - ma per la prima volta la ristrutturazione ha avuto effetti sui conti. Dovremmo chiudere con un piccolo utile dopo anni di sofferenze».Il vostro piano industriale sarà applicato anche a Siena?«E’ il nostro obiettivo. Ma non possiamo anticipare il ricambio dei cassonetti, che a Siena è previsto nel 2025. Ci sono oltre 2.300 contenitori nelle strade, 330 postazioni a cassonetti. Vanno sostituiti progressivamente, si sta ragionando con il Comune per fare prima possibile. Molto lavoro è anche compito degli uffici comunali, tra permessi e piazzole da allargare per i nuovi cassonetti».Siena è l’unico caso?«Grosseto e Arezzo hanno tutti i cassonetti chiusi. Abbiamo applicato a Suvereto, primo Comune dell’Ato Toscana sud, la tariffa puntuale, calibrata sui rifiuti conferiti. La situazione nei 104 Comuni è variegata, anche a Follonica e sulla costa hanno voluto aprire i cassonetti e non usare la tessera. In Valdelsa sono tutti chiusi. Sono scelte che Sei Toscana mette nelle mani dei sindaci. Noi forniamo gli strumenti migliori sul mercato».I nuovi cassonetti sono con la Sei Card?«Sono progettati per arrivare alla tariffa puntuale, misurando per ogni utente la quantità di rifiuti conferita». Quanti saranno gli investimenti nel 2024?«Circa 40 milioni, cifra complessiva per l’Ato Toscana sud. Investiti nei nuovi cassonetti, in mezzi più efficienti e centri di raccolta innovativi. Servirano anche per intensificare i servizi di raccolta porta a porta».I rapporti con Iren?«Sono ottimi, dopo il consolidamento della partecipazione in Sienambiente, con investimenti importanti in nuovi impianti. L’impianto di riciclo di pannelli fotovoltaici a Sentino, nel territorio di Rapolano, sta per partire. Iren ha anche concluso l’acquisizione di Egea, multiutility in Piemonte che gestisce servizi energetici e ambientali per un centinaio di Comuni».Le ho chiesto di Iren perché lei è anche vicepresidente di Estra. A che punto è il percorso della multiutility Toscana?«Si sta irrobustendo, diciamo che si sta strutturando».Saranno decisive le prossime elezioni amministrative?«Essendo una multiutility pubblica le elezioni incideranno soprattutto nella governance societaria. Il piano industriale è definito, la multiutility è già nata».Sì, ma vanno definiti passaggi essenziali, come quotazione in Borsa e quote di Estra.«La quotazione in Borsa è complessa ed è un percorso lungo, come Estra sa bene. Ci sono tanti progetti da mettere in campo che richiedono risorse e capitali ingenti. Per ora Estra è ancora fuori dalla società, c’è solo la quota di Prato».Senza Estra non sarà facile farla crescere...«Non sarei così convinto Ci sono iniziative e progetti nel settore idrico molto importanti. Chiaro che, per ora, le quote di Arezzo e Siena, di Coingas e Intesa, non sono state conferite nella multiutility. Prato ha conferito il suo 40%. Il 2024 sarà l’anno delle scelte. Non posso dire che direzione sarà presa, le decisioni toccano ai Comuni soci. Prima o poi bisognerà prenderle, definire se Intesa vuole o no stare dentro la multiutility. Arezzo ha firmato solo un patto di sindacato, non ha ancora conferito il suo 25%».