Dove porta il volo di Unieco Ambiente, il “calabrone” delle imprese ambientali private

L’azienda con importanti società collegate in Toscana nella gestione dei rifiuti si presenta con un fatturato da 80 milioni di euro e investimenti al 2020 per altri 30. Molto dipenderà dall'esito del percorso per mettere sul mercato l'intera holding, al via nelle prossime settimane Un fatturato di 80 milioni di euro, un utile netto di 3,613 milioni di euro e la realizzazione da parte delle società consolidate da Unieco Holding Ambiente di un piano di investimenti di oltre 30 milioni di euro nel periodo 2018-2020, 5 dei quali destinati ad operazioni di riassetto societario del gruppo, 7 interventi sugli impianti necessari per garantirne il corretto funzionamento e/o in ottemperanza alle concessioni in essere, e circa 20 milioni a iniziative di sviluppo industriale per il potenziamento della capacità impiantistica della holding sul fronte del trattamento dei rifiuti speciali.Sono questi i numeri che saranno domani al centro del convegno aziendale di Unieco Ambiente rivolto ai dipendenti, agli amministratori, ai manager delle società collegate operanti in Toscana (tra cui Sta la holding operativa, Sei Toscana, gestore unico dell’Ato Toscana Sud, Sienambiente, TB, Futura, Csai, Scarlino Energia, Crcm, Produrre Pulito).Dati anticipati ieri a Reggio Emilia, alla presenza dell’ad di Unieco Holding Ambiente Stefano Carnevali, durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento aziendale previsto per 1’11 luglio a partire dalle ore 18 presso EmiliaWine, ad Arceto (RE). Un appuntamento importante per una filiera che coinvolge 26 imprese private e miste pubblico-private con sede in 7 regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Puglia) attive nella gestione, trattamento, intermediazione di rifiuti speciali, nella bonifica e messa in sicurezza di siti inquinati, nel recupero e nella valorizzazione ambientale, nella produzione di energia da fonti rinnovabili, nella raccolta e nella gestione dei rifiuti solidi urbani in particolare nell’Ato Sud in Toscana.Sarà un interrogativo retorico il motivo ispiratore dell’appuntamento, durante il quale saranno illustrati i numeri del bilancio consuntivo 2017 e del Piano degli investimenti, nonché le caratteristiche della manifestazione di interesse per la vendita sul mercato dell’intera holding, da parte della struttura commissariale di Unieco Costruzioni. Sarà infatti il commissario della liquidazione coatta amministrativa, Corrado Baldini a portare i saluti iniziali all’evento: «Vorremmo dare il senso del percorso fatto fino a qui – spiega Stefano Carnevali – silenziosamente, senza tanta comunicazione, ma in modo appassionato e pervicace, mentre la proprietà passava un tragico ed irreversibile momento, ed era incapace di comprendere cosa fare».Si parlerà innanzitutto di identità e di prospettive del nuovo gruppo di via Ruini salvato dopo il crac della casa madre, mentre a seguire una tavola rotonda condotta da Andrea Barbi, entrerà nel dettaglio dei numeri positivi e confortanti relativi al Bilancio e agli investimenti con dirigenti di Unieco, come Paolo Giovannini, Stefano D’Inca, Luca Galimberti, Alessandro Brighetti e Stefano Vaccari.Sarà un interrogativo retorico il motivo ispiratore dell’appuntamento: perché il calabrone vola? L’aneddoto è noto ai più: secondo i principi dell’aerodinamica il volo del calabrone, dato il peso dell’insetto, la sua forma e le caratteristiche fisiche del volo, a una prima occhiata sembrerebbe impossibile. «Eppure il calabrone vola – commenta Carnevali – lo scrisse in un bel libro anche l’indimenticato presidente nazionale Legacoop Ivano Barberini con riferimento alla storia del movimento cooperativo. Unieco Ambiente per molti versi è stata, è, ed ambisce ad essere anche in futuro, il calabrone delle imprese ambientali private».Un’azienda quindi, che vuole continuare a volare da calabrone, consolidando il proprio core business ma guardando avanti, alla traduzione italiana della strategia europea sull’economia circolare, a nuovi campi di azione possibili, che allunghino ed arricchiscano la filiera e la sua sostenibilità. Molto – spiegano dall’azienda – dipenderà dall’esito del percorso ad evidenza pubblica che la liquidazione coatta amministrativa avvierà nelle prossime settimane, per mettere sul mercato l’intera holding. Una manifestazione di interesse che verrà rivolta a chiunque voglia investire su un progetto industriale di lungo respiro, mantenendo la sede a Reggio Emilia assieme ai livelli occupazionali esistenti, dando un peso importante al progetto industriale oltre che all’offerta economica, in modo da far astenere concorrenti “non realmente interessati”.«Oggi Unieco Ambiente ha dimostrato – conclude nel mentre l’ad Carnevali – che si può avere una filiera nella gestione dei rifiuti operando nella legalità, con una responsabilità sociale d’impresa e nel contempo in modo sostenibile, dal punto di vista economico ed ambientale».

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