L’intervista de La Nazione a Giuliana Pirrone, responsabile del servizio di prevenzione e protezione di Sei Toscana

Il quotidiano La Nazione ha pubblicato l’intervista fatta a Giuliana Pirrone che ricopre il ruolo di RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione) all’interno di Sei Toscana. Nell’intervista, l’ingegner Pirrone racconta tutte le attività che Sei Toscana ha messo in campo a tutela e protezione di tutti i suoi dipendenti dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Di seguito l’articolo. Medici, infermieri, forze dell’ordine, commessi dei supermercati sono i nuovi eroi moderni in questi giorni di pandemia. Assieme a loro c’è un’altra categoria di lavoratori in prima linea, forse meno considerati: gli operatori ecologici. Dalle prime ore dell’alba, girano in lungo e in largo per la Toscana a raccogliere i rifiuti, pulire e lavare le strade e, sempre di più, a igienizzare e sanificare cassonetti e bidoni. L’ingegner Giuliana Pirrone è la RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione) di Sei Toscana, gestore unico dei rifiuti nei 104 Comuni della Toscana del sud. È lei, assieme ad alcuni colleghi del servizio prevenzione e protezione e dei magazzinieri, che va a Firenze per prendere le mascherine consegnate dalla Protezione Civile per poi distribuirle a più di 800 operatori sparsi sul territorio. Com’è cambiato il suo lavoro ai tempi del coronavirus? È aumentato! Premetto che mi sento privilegiata a poter lavorare, rendendomi utile, in un momento così difficile a livello globale. Oggi è richiesto uno sforzo particolare per l’approvvigionamento e distribuzione dei DPI e la gestione del personale, anche dal punto di vista psicologico. Quello che stiamo cercando di fare, in stretto coordinamento con la Direzione tecnica, è supportare in tutti i modi i responsabili dei servizi su territorio, che hanno il compito più complesso e delicato di gestire il personale operativo, con le sue legittime paure.  Lei va a Firenze a prendere le mascherine Sì, la Protezione Civile sta approvvigionando, ormai da più di due settimane, le aziende di servizi pubblici essenziali con mascherine di tessuto non tessuto. Bastano? Fortunatamente abbiamo delle scorte nei nostri magazzini, soprattutto di mascherine ffp2 che destiniamo agli operatori che svolgono servizi di maggiore pericolosità, insieme a tute, guanti e occhiali.  Come viene fatta la distribuzione? Abbiamo due basi di smistamento: al momento gli uffici di Siena (temporaneamente convertiti in magazzino) e il magazzino di Piombino. Ogni giorno ci confrontiamo con tutte le sedi operative sparse sul territorio e, a seconda dei servizi, distribuiamo i DPI ai dipendenti. Ci sono problemi? Qualcuno ne vuole di più? No, anzi devo dire che c’è una sorta di sussidiarietà fra sedi operative: se una è in difficoltà, il materiale viene messo a disposizione da un’altra. Vede qualcosa di positivo in tutta questa situazione? La cosa bella che vivo in questo periodo di lavoro è l’atteggiamento collaborativo di tutti per garantire lo svolgimento dei servizi essenziali di igiene ambientale, a servizio della collettività, tutelando al massimo la salute dei lavoratori che tutti i giorni sono chiamati ad eseguirli, e che stanno svolgendo con serietà e grande senso di responsabilità. Spero che questo sarà un patrimonio che conserveremo anche quando l’emergenza sarà superata.

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