LA BUONA volontà c’è, i mezzi si spera arriveranno. La Lega, tenendo fede alle promesse pre-elettorali, ha dato ascolto alla campagna di sensibilizzazione organizzata soprattutto dal nostro giornale e ha presentato un disegno di legge per rendere obbligatoria l’educazione civica a scuola a partire dal prossimo anno. «Siamo stanchi dei bla-bla-bla: vogliamo riportare il rispetto sui banchi», avverte Salvini che ha battezzato l’iniziativa con la benedizione del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Seduto al suo fianco nella conferenza stampa a Montecitorio, il capo del Miur spiega: «Si tratta di una disciplina fondamentale per i ragazzi perché li prepara a entrare nella nostra società imparando a riconoscere valori, diritti e doveri della cittadinanza attiva». Una sfida tutt’altro che facile: non si intende ripetere l’esperienza del secolo scorso, quando all’ora dedicata all’insegnamento della Costituzione – introdotta nel 1958 dal ministro dell’Istruzione dell’epoca, Aldo Moro – si faceva di tutto tranne lo studio delle norme che avrebbero dovuto rendere gli studenti «italiani migliori». La proposta «condivisa con gli alleati» M5S ha un respiro più ampio: dall’educazione alla cittadinanza si allarga ai temi digitali, ambientali, della salute, dell’educazione stradale. Oltre a sostenere progetti specifici nelle materne, si prevede che siano dedicate alla materia 33 ore annue a partire dalla scuola primaria, con voto in pagella dalla terza elementare e certificazioni soft skills alla fine del triennio della scuola secondaria di primo grado e del biennio della secondaria di secondo grado, oltre a essere oggetto di colloquio all’esame di terza media e di maturità. NON È una missione semplicissima. Intanto, ci vuole personale competente e poi serve un metodo di lavoro. Un insegnante ad hoc comporterebbe una revisione dell’ordinamento nonché concorsi specifici: i tempi diventerebbero biblici. Siccome si punta a far partire l’iter a gennaio a Montecitorio per varare la legge prima del prossimo anno scolastico, si dà il compito ai vari istituti di scegliere dal collegio dei docenti chi si ne occuperà. «Per prepararli si utilizzerà una quota dei fondi a disposizione del Ministero per la formazione», sottolinea Massimiliano Capitanio, relatore leghista del testo. Il quale non esclude che in futuro – quando ci saranno le risorse – si crei una figura professionale specifica. Per incentivare i ragazzi allo studio, viene stanziato un milione per premiare le best practice scolastiche, i lavori migliori sui vari temi. Di sicuro, il ripristino dell’educazione civica è un tema assai sentito dentro e fuori il Palazzo: da Forza Italia al Pd, tanti i partiti che hanno presentato ddl in tal senso. Sono impegnati nella raccolta delle cinquantamila firme necessarie per presentare una legge di iniziativa popolare anche i sindaci, sponsor dell’iniziativa del nostro giornale. Che viene elogiato dallo stesso ministro Bussetti: «Voglio ringraziare Quotidiano Nazionale che da sempre mantiene alto l’interesse su questioni così importanti».