Dieci azioni da intraprendere per città amiche dell`ambiente

Le città sono le più esposte alle conseguenze del cambio climatico e dalle città devono partire azioni decise e non più rimandabili per l`adattamento e la mitigazione del riscaldamento globale. È con questa consapevolezza che il Green City Network, attività promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, opera dal 2018 coinvolgendo centri urbani grandi, medi e piccoli impegnati a migliorare la qualità ecologica, le azioni di mitigazione e adattamento climatico, il risparmio di suolo e l`uso efficiente e circolare delle risorse. Il Green City Network è protagonista, con la sua 7a conferenza nazionale, oggi a Milano agli IBMStudios durante la giornata di apertura del Festival di Green&Blue, con un evento aperto (basta iscriversi sul sito di Green&Blue) a chiunque voglia ascoltare le esperienze e i programmi di esperti e amministratori locali in questo settore. La Conferenza nazionale Green City è dedicata quest`anno al tema "Verso le Nature-Positive Cities" e vede la presentazione della Carta che indica priorità e obiettivi per la realizzazione di città che invertano l`elevato consumo di natura e la forte crescita di emissioni di gas serra, tendenza che ha caratterizzato, e ancora in larga misura ca- ratterizza, i nostri centri urbani. Negli ultimi anni, la consapevolezza che crisi climatica e perdita di biodiversità sono strettamente connesse è aumentata, ma spesso ci si è concentrati più sulla protezione e l`ampliamento delle aree naturali che sulle strategie per riportare la natura in città. «Per promuovere il protagonismo delle città in questa transizione - è il punto fermo del manifesto di Green City Network - è indispensabile avere sia una maggiore condivisione, sia conoscenze più diffuse e migliori informazioni sul valore del capitale naturale e dei servizi ecosistemici». In altri termini, è fondamentale invertire la tendenza per cui le aree verdi in città vengono viste soltanto come appendice estetica e parte del decoro urbano, e vengano invece curate e implementate come elementi strutturali per combattere la crisi climatica, salvaguardare la salute dei cittadini, abbattere l`inquinamento e, più in generale, migliorare la qualità e la vivibilità dell`ambiente urbano. Città che operano da tempo in questa direzione, come Bologna, nei loro programmi e resoconti hanno poi spesso sottolineato come la "nature positive city" sia veicolo di inclusione sociale e sviluppo durevole delle città. È infatti ormai noto che sono soprattutto i quartieri economicamente più svantaggiati ad essere privi di aree verdi, mentre azioni partecipate per il ripristino degli ecosistemi naturali promuovono la coesione sociale. Per redigere la "Carta per le nature positive cities" il Green City Network è partito dal manifesto "La città futura", del 2017, elaborato da un gruppo di docenti di una ventina di università italiane ed estere, che avevano indagato il rapporto fra la green economy, l`architettura e l`urbanistica. Il Green City Network si è avvalso di tale lavoro, lo ha successivamente integrato con quello di altre fonti europee e ha steso una prima bozza di linee guida. Su tale bozza è stato attivato un ampio processo di consultazione che ha coinvolto esperti di diverse università, enti di ricerca e alcuni ministeri, amministratori di alcuni Comuni e di due Regioni (Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia), oltre alle organizzazioni del Consiglio nazionale della green economy. Il testo finale di queste linee guida fornisce un quadro sintetico della visione della green city, delle policy e delle misure attivatili per realizzare cambiamenti in direzione sostenibile nelle città italiane. La Carta è un decalogo che al primo punto indica il promuovere condivisione, conoscenza e informazione sul valore del capitale naturale e dei servizi ecosistemici nelle città. Al secondo c`è il ripristino del capitale naturale degradato, al terzo l`azzeramento del consumo di suolo seguito dall`aumento del capitale naturale. Nell`elenco poi il risparmio del prelievo e consumo di risorse naturali, il rafforzamento delle misure di adattamento alle ondate di calore e l`attuazione della transizione energetica. Fondamentali, infine, la tutela dell`acqua come risorsa naturale scarsa, la riduzione della vulnerabilità agli allagamenti e alle alluvioni e, ultimo e sintetico punto, l`attuazione di un piano d`azione per la transizione nature-positive. La Carta sottolinea l`urgenza di avviare queste azioni subito perché «per portare avanti una transizione nature-positive delle città è necessario formulare un piano d`azione non solo di breve termine, al 2030, ma pluriennale, al 2050». Altro aspetto fondamentale, insieme alla necessità dí finanziamenti, è il coinvolgimento attivo dei cittadini, chiamati a diventare protagonisti con la trasformazione degli spazi privati, come edifici e giardini.

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