«Bioplastiche, adesso serve una riflessione»

«IL DIBATTITO sul conferimento e smaltimento delle cosiddette bioplastiche merita una riflessione approfondita, che non scada in facili slogan e frettolose analisi». Inizia così la disamina di Alfredo Rosini, direttore generale di Sei Toscana, gestore unico dei rifiuti dell’Ato Toscana Sud sulle bioplastiche. «La gestione delle plastiche in generale è sempre più al centro del dibattito internazionale relativo alla salvaguardia ambientale e in generale all’economia circolare, da qui il proliferare delle importanti iniziative plastic free che hanno interessato anche il nostro territorio – ha proseguito –. Le persone esprimono sensibilità, basti ricordare che da una rilevazione di quest’anno di Coldiretti già il 27 per cento degli italiani ha dichiarato di evitare l’acquisto di prodotti in plastica monouso e il 68 per cento ritiene opportuno pagare un sovrapprezzo per l’acquisto di questi prodotti. Quest’ultimo tipo, che prende il nome comune di bioplastica è, appunto, biodegradabile e compostabile, quindi si degrada nel terreno una volta raggiunte specifiche condizioni di temperatura e umidità necessarie». Tale materiale deve essere quindi a stretto rigore, per le sue caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità, conferito all’interno dei contenitori deputati alla raccolta della frazione organica, ed è questa l’indicazione che oggi Sei Toscana dà ai cittadini del territorio in cui svolgiamo quotidianamente il servizio. «Cosa fare allora – prosegue Rosini –? Approcciare il problema da un altro punto di vista e quindi incentivare l’utilizzo di materiali realmente riciclabili al 100 per cento. Ridurre l’utilizzo dei prodotti monouso incentivando la distribuzione e l’utilizzo di imballaggi in vetro e in alluminio anziché le classiche e «famigerate» bottiglie e bottigliette. Partire quindi dal basso, dai comportamenti quotidiani, per cercare di superare un problema che, fortunatamente, oggi è sempre più conosciuto». In questo Sei Toscana sta facendo molto, sia in termini di comunicazione al cittadino, sia con progetti di sensibilizzazione e promozione specifici. «Penso alla distribuzione di borracce in alluminio riciclato consegnate a tutti i propri dipendenti – prosegue Rosini –, alle scuole, alle associazioni con le quali collaboriamo. O alla messa a disposizione di posate e stoviglie bio-compostabili al 100 per cento ai Comuni e alle associazioni del territorio in occasioni di feste e sagre paesane. O alle attività di educazione ambientale nelle scuole, che l’anno scorso hanno coinvolto più di 8500 ragazzi, in cui i nostri esperti insegnano alle generazioni future quali comportamenti adottare per una reale tutela dello splendido territorio in cui viviamo. Di pari passo credo sia necessario un preciso indirizzo legislativo in merito a questi materiali, al loro conferimento, alle modalità di trattamento e recupero. Un tavolo di confronto serio fra tutti gli attori del sistema: produttori, grande distribuzione, gestori degli impianti e del servizio di raccolta rifiuti, istituzioni regionali e locali e, ovviamente, i cittadini».

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